Il titolo Tesla negli ultimi giorni è stato colpito da pesanti vendite a Wall Street che lo hanno sospinto poco sopra i 1.000 dollari. Le quotazioni ora si trovano lontane dal record storico del 4 novembre a 1.243 dollari, raggiunto grazie alla straordinaria forza di vendita del pioniere delle auto elettriche, soprattutto in considerazione della carenza dei chip che ha investito tutta l'industria automobilistica. L'azienda guidata da Elon Musk ha saputo reagire meglio delle altre, trovando le contromisure più adeguate e questa è una nota di merito per l'entourage ingegneristico dell'enfant prodige.
Le vendite che stanno colpendo i titoli tecnologici adesso però non stanno risparmiando nemmeno Tesla, che subirà lo scotto di un finanziamento dei propri investimenti più oneroso con il rialzo dei rendimenti sul mercato. Gli investitori però sono pronti per volgere lo sguardo al futuro e il prossimo appuntamento della trimestrale, il prossimo 26 gennaio, assume una valenza particolare.
Nell'occasione Palo Alto non solo fornirà un quadro di quelli che saranno i risultati aziendali, che ancora una volta si profilano da capogiro, ma probabilmente darà indicazioni più precise sui ritardi relativi alla messa sul mercato del Cybertruck. Finora si sa che il pick-up è ancora in una fase di aggiornamento riguardo la sicurezza e questo ne ha determinato lo slittamento all'anno prossimo, ma gli operatori temono che il ritardo sulla concorrenza possa finire per impattare sui risultati aziendali in futuro.
Tesla: 4 motivi per comprare le azioni
Alcuni analisti a prescindere prospettano una tendenza positiva per le azioni Tesla. Tra questi vi è Dan Levy di Credit Suisse, che ha aumentato il suo prezzo obiettivo sul titolo da 830 a 1.025 dollari, mantenendo però il rating Hold sulle azioni perché tutto sommato la valutazione del titolo non è economica.
Per Levy, gli utili societari in arrivo, che a suo avviso saranno più forti del previsto (2,81 dollari contro 2,25 dollari del consensus di Wall Street), rappresenteranno solo uno dei catalizzatori del titolo. A questo ve ne sono da aggiungere 4.
Il primo riguarda la velocità attraverso cui l'azienda aumenta la sua capacità produttiva. Tra qualche settimana il produttore di veicoli elettrici aprirà gli stabilmenti di Austin, in Texas, e di Berlino. In aggiunta, ci sarà un aumento della produttività dell'impianto esistente in Shangai.
Questo significa che il numero di auto sfornate da tutte le fabbriche Tesla raddoppierà quest'anno. La conseguenza sarà che, con una domanda in costante ascesa, nel 2022 si prevedono 1,5 milioni di consegne, in netto aumento rispetto alle 936 mila unità immatricolate nel 2021.
Il secondo catalizzatore concerne i margini di profitto lordo. È vero che prima che impianti grossi inizino a funzionare a pieno regime occorra del tempo, ma secondo Levy tutto ciò sarà compensato dal costo più alto dei veicoli che riuscirà anche a smorzare gli effetti dei costi dovuti all'inflazione delle materie prime e dei componenti. Tutto quanto si traduce in margini lordi più alti nel 2022.
Il terzo fattore chiave fa riferimento alle nuove batterie. Quest'anno Tesla dovrebbe presentare celle più grandi, di maggiore durata e con prestazioni migliori. Tali celle infatti avranno un diametro di 46 millimetri e un'altezza di 80 millimetri, mentre quelle attuali sono ferme a un diametro di 21 millimetri e un'altezza di 70 millimetri. Inoltre lo scopo dell'azienda è quello di ridurre il costo di produzione con una riprogettazione delle batterie.
Infine vi è anche il catalizzatore derivante dalle novità sui prodotti Tesla che potrebbero stupire il mercato, soprattutto sul lato prezzi. Oggi l'auto meno costosa di Tesla si aggira intorno ai 45.000 dollari; in programma l'azienda ha di piazzare sul mercato un veicolo elettrico da 25.000 dollari.