"Noi non vendiamo alle donne...". Da questa celebre frase del film "A un km da Wall Street" si evincerebbe che, per gli intermediari finanziari, uomini e donne sono molto diversi nella gestione del cliente. Il problema di fondo però non è tanto il fatto che il broker non vuole vendere azioni alle donne, come si voleva dimostrare in quel lungometraggio, ma semplicemente che sono le donne a non volerne comprare. E la cosa risulta da una statistica proprio elaborata dalle piattaforme di trading dove solo una piccola percentuale di donne si registrano per acquistare azioni.
La scarsa partecipazione del pubblico femminile agli investimenti in Borsa ha preservato il gentilsesso ad esempio dalla catastrofe delle azioni GameStop, ma questo rappresenta un problema per i broker che vogliono reclutare non solo uomini tra i loro clienti.
Uno dei protagonisti di questi ultimi tempi, ossia il broker Robinhood, è riuscito a fare iscrivere oltre il 30% di donne quest'anno, in aumento rispetto al 20% dell'anno scorso, però gli altri intermediari non possono vantare queste cifre. La società eToro ad esempio rileva che appena il 14% delle persone che aprono un conto sono donne.
Investimenti: perché le donne non comprano azioni
Perché quindi è così difficile riuscire a convincere le donne a buttarsi negli investimenti azionari? La ragione fondamentale sta nella tolleranza al rischio. Le donne tendono ad avere un atteggiamento più conservativo, dando la priorità a cose non alteranti lo status che dà loro sicurezza.
Questo succede perché guadagnano meno rispetto agli uomini e una buona parte delle risorse sono dedicate all'attenzione verso i figli, aspetto che fa diminuire la capacità di mettere soldi da parte. Tendenzialmente quindi se si ha maggiore ricchezza, allo stesso tempo si è più disposti a rischiare.
Oltre a un fattore determinato dal compenso economico della propria attività lavorativa, vi è proprio una questione di conformazione naturale per cui le donne sono più prudenti rispetto agli uomini. Quando infatti entrano nel mercato azionario, esse hanno una visione più di lungo termine, cercando di distribuire il rischio tra vari assets e facendo trading molto meno frequentemente.
Investimenti: dove investono le donne
Allora viene da chiedersi: dove investono le donne se evitano le azioni? Da un'indagine sviluppata da Credit Suisse è risultato che il 90% del patrimonio femminile è indirizzato verso liquidità e titoli a reddito fisso, il resto preferisce gli immobili. Questo tenendo presente che la quota della attività finanziarie globali è non più del 30% in mano alle donne e quella che comprende anche i beni reali non più del 40%.
Tale eccesso di cautela se da un lato ha i suoi vantaggi nelle fasi di tempesta finanziaria, che sono sempre circoscritte nel tempo, presenta grossi inconvenienti in condizioni di normalità. Anche in momenti drammatici come quelli attuali, il ritorno degli investimenti in Borsa è stato in media del 12% l'anno sul mercato americano ad esempio, mentre gli impieghi in liquidità non hanno superato lo 0,6%.
Probabilmente la situazione generale potrebbe cambiare allorché la forza lavoro femminile sarà maggiormente gratificata da una remunerazione più elevata, ma al momento si vedono poco segnali di miglioramento.
Investimenti: più azioni nei portafogli delle donne
Per gli intermediari una maggiore esposizione femminile agli investimenti azionari sarebbe molto importante. I fondi pensione in primis ne trarrebbero un grande vantaggio poiché le donne vivono più degli uomini e in media potrebbero tenere più a lungo il capitale investito nei titoli borsistici.
In genere, tutta la platea degli intermediari ne beneficerebbe in termini di commissioni. Questo è un aspetto su cui sta puntando molto la piattaforma di Robinhood che cerca di investire molto tempo per convincere le donne a modificare la loro forma mentis. Alla luce anche del fatto che la società sta per accedere in Borsa e necessita di allargare la clientela a un pubblico che non può essere soltanto maschile.