La Banca Centrale Europea ha pubblicato gli esiti del processo di revisione e valutazione (SREP) relativi al 2019 con incorporate le guidance per il 2020. L’indagine effettuata dal Meccanismo Unico di Supervisione Bancaria (SSM) ha analizzato 109 banche europee per i seguenti parametri: adeguatezza patrimoniale, liquidità, modelli imprenditoriali, governance e rischi operativi.
Requisiti di capitale: 6 banche non passano il test
Solo sei banche a fine del terzo trimestre 2019 non soddisfavano i requisiti patrimoniale. A fine anno quattro di queste erano rientrate nei parametri mentre per le restanti due la BCE richiesto di intraprendere azioni correttive entro tempistiche precise.
A livello di CET1 il risultato complessivo è stabile e ricalca quello del 2018 con un valore di 10.6%. I requisiti di secondo pilastro sono anch’essi invariati rispetto al 2018 e tra il 2.1% e l’1.5%. I NPLs (non performing loans) sono calati a 543 miliardi da 1.000 miliardi (dato di cinque anni fa) con un rapporto NPL/Assets che è sceso in media dall’8% al 3.5%. Analizzando le sofferenze in portafoglio si prevede, entro il 2021 un ulteriore significativo calo dei NPLs in quanto molti crediti a lunga data scadranno in questo arco di tempo.
Liquidità
Secondo l’ente di sorveglianza SSM le banche europee sono nel complesso solide secondo il parametro in questione, tuttavia solo 4 banche contro le 12 del 2018 hanno totalizzato il massimo del punteggio (score 1).
Modelli imprenditoriali e di governance
I modelli imprenditoriali e di governance vengono classificati con voto da 1 (migliori) a 4 (peggiori). Le banche nella categoria 3 sono arrivate al 43% del totale, in aumento del 7% rispetto al risultato dello SREP nel 2017. Tra queste si collocano sopratutto le banche di piccole dimensioni, dove il rischio di inadempienze nei prestiti erogati è risultato piu’ alto e di difficile assorbimento per gli stessi istituti di credito.
Overview conclusiva
Il test dimostra come da un lato la solidità patrimoniale sia migliorata notevolmente grazie anche alle nuove normative che prevedono l’incremento delle riserve in conto capitale. Notevole è il progresso delle banche italiane specialmente riguardo alla riduzione di crediti deteriorati che le fanno risultare come le piu’ interessanti sul mercato sia in termini di redditività che di prospettive di crescita.
Tuttavia a livello globale il settore sta subendo un inesorabile deterioramento: le banche europee sono meno profittevoli di quelle asiatiche ed americane. I modelli di business risultano spesso arretrati rispetto alle soluzioni low cost e ad alta efficienza che attraggono specialmente la generazione dei Millenials e la generazione Z. Il problema del business bancario sta nei costi fissi e nello sviluppo del Fintech che offre piattaforme e servizi in grado di competere con gli attuali istituti di credito (Revolut, N26, Nexy, Wirecard,…).
Tra le banche italiane (aspettando i risultati di settimana prossima) le più interessanti risultano Fineco che per il modello di business è più assimilabile ad una società Fintech che ad una banca e Intesa Sanpaolo per la solidità e la leadership sul mercato italiano.