Il mercato è impazzito. A molti sarà balenata in mente l'idea allorché ha visto l'andamento a Wall Street del titolo GameStop in questi giorni. Cosa sia successo perché le azioni abbiano fatto un balzo di quasi il 1.000% dai minimi del 2021 e mettano su guadagni giornalieri a tre cifre, è stato spiegato ampiamente dai quotidiani finanziari.
Si è cioè verificato il fenomeno dello short squeeze, ossia di una situazione in cui gli short seller allo scoperto, che hanno scommesso alla fine del 2020 grandi quantità di denaro contro la società di vendita di videogiochi, si sono trovati a ricoprire tutti insieme le posizioni con operazioni di segno contrario.
Solitamente quando un gran numero di trader si mette in posizione ribassista nei confronti di un titolo, nel breve non è un buon segno perché significa che non c'è molta fiducia nella società che lo rappresenta. Questa è una spia pericolosa, perché qualunque fatto positivo che interessi quell'azione si potrà trasformare in una simultanea chiusura dell'esposizione con effetti come quelli visti per GameStop.
La domanda ora è: ci sono altre azioni che si trovano nella stessa situazione del titolo dell'azienda americana? Tra le grandi capitalizzazioni dell'indice S&P 500 se ne trovano poche. In generale però, setacciando con attenzione, qualche realtà simile viene fuori, come di seguito illustrato.
AMC Entertainment Holdings Inc: evitato lo spettro del fallimento
Il più grande operatore cinematografico del Mondo sembra pienamente coinvolto in operazioni di short squeeze. Dal 14 gennaio di quest'anno sono partiti enormi ordini di acquisto, o meglio di chiusura di posizioni short, che hanno spinto il titolo a più che raddoppiare il suo valore di mercato. Il pre-market di oggi preannuncia un balzo in avanti del 140%.
Eppure l'azienda è dentro un business che più di altri sta soffrendo terribilmente l'impatto della pandemia. Nel 2020 infatti la maggior parte dei cinema ha operato a ranghi ridotti e la situazione di totale incertezza per il 2021 ha costretto gli organizzatori di spettacoli a limitare la programmazione. Al punto che si è parlato addirittura di fallimento per l'azienda.
Questa incresciosa eventualità però è stato evitata. All'inizio della settimana la società guidata da Adam Aron ha annunciato la raccolta di 917 milioni di dollari spartiti tra azioni e debiti per riuscire a resistere a un periodo in cui l'attività risulta essere pressoché ferma. L'ingresso di denaro fresco fa il palio con oltre 1 miliardo di dollari arrivati tra aprile e novembre 2020 attraverso aumenti di capitali, nuovo indebitamento e liquidazione di assets societari.
Express Inc: un rialzo folle partito da un tweet
Tra venerdì della scorsa settimana e lunedì di questa, il titolo del rivenditore di moda statunitense è letteralmente esploso nella Borsa di New York, guadagnando in soli due giorni circa il 300%. Nella giornata di ieri invece è arretrato del 26,75%.
Oggi però, stando alle risultanze del pre-market che segna una risalita di 50 punti percentuali, si attendono fuochi d'artificio. Attualmente c'è un grande movimento intorno al titolo con il volume di azioni scambiate che ha superato quota 44 milioni di dollari.
Tutto comunque è nato quando un personaggio di spicco come Will Meade, ex gestore di portafoglio in un hedge fund da 1 miliardo di dollari di Goldman Sachs, ha twittato che il titolo Express potrebbe seguire le orme di GameStop, in considerazione del valore molto basso delle azioni. Questo ha scatenato la fuga da parte degli shortisti, spaventati dall'emorragia rialzista che da lì a poco avrebbe potuto verificarsi.
BlackBerry: la vendita di brevetti ha scatenato gli acquisti
La società canadese di software per la sicurezza informatica ha visto le sue azioni esplodere al rialzo del 144% a partire dal 14 gennaio. La follia si è scatenata nel momento in cui è filtrata la notizia che l'azienda avrebbe venduto 90 brevetti al colosso tecnologico Huawei e che era in procinto di risolvere la questione con Facebook in merito a violazioni di brevetto.
Secondo l'analista di RBC Capital Markets, Paul Treiber, se è vero che questi fatti sono molto positivi, questo non giustifica la corsa forsennata verso un titolo la cui valutazione è largamente gonfiata. Nelle contrattazioni prima dell'apertura di Wall Street, il titolo sale circa del 10%.
Dillard's: il rally azionario non rispecchia i fondamentali
La catena di grandi magazzini americana da agosto 2020 ad oggi ha iniziato un rally al NYSE in cui le azioni sono passate da un valore di 24 dollari a uno di 104. La crescita eccezionale non trova riscontro nei fondamentali e, secondo alcuni analisti come Jen Redding di Wedbush, siamo di fronte proprio a un altro caso di short squeeze.
L'azienda ha dovuto fare i conti con il cambiamento di abitudini dei consumatori durante la pandemia e ora sembra che le scorte nei magazzini siano tornate ai livelli pre-Covid. L'ultima seduta in Borsa si è chiusa con un rialzo delle azioni del 19,82%.