In questa era pandemica un settore che si è molto sviluppato e che ha fatto registrare guadagni da capogiro in Borsa è stato quello dell'Agritech. Si tratta in sostanza di una serie di startup specializzate nell'agricoltura ma che utilizzano sistemi produttivi ad alto contenuto tecnologico, come droni, sensori e software di gestione.
Nell'anno appena trascorso le quotazioni azionarie del settore sono cresciute in media di quasi l'800%, il che dà una valutazione complessiva di oltre 31 miliardi di dollari. Ad attirare il grande afflusso di denaro degli investitori i numerosi accordi fatti con le SPAC, un fenomeno che ha conosciuto un vero boom negli Stati Uniti nel 2020.
Complessivamente si stima che gli investimenti attraverso le società con "assegni in bianco" siano arrivati a 30 miliardi di dollari, in aumento del 35% rispetto al 2019, e non è escluso che nell'anno in corso le Agritech possano continuare a vivere questo momento di gloria.
Agritech: luci e ombre delle società quotate
Uno degli esempi di maggiore successo del settore è dato dal gruppo di proteine vegetali Beyond Meat che, dalla sua quotazione al NASDAQ avvenuta nel 2019, ha quintuplicato il suo valore azionario. Tuttavia non sempre tutto scorre liscio, anzi molti di questi titoli sono contrassegnati da un'altissima volatilità. AppHarvest, società americana di serre ad alta tecnologia ha visto dimezzare le sue azioni la scorsa settimana. Allo stesso modo il titolo Laird Superfood, produttore di caffè a base vegetale con sede in Oregon, è viaggiato sulle montagne russe.
Le SPAC sicuramene offrono delle preziose scorciatoie per le startup specializzate nell'agricoltura, però alcuni esperti come Eric Archambeau, gestore di Agritech VC Astanor, avvertono che alcune di queste società potrebbero ancora non essere pronte per diventare pubbliche e quindi certi investimenti potrebbero finire male.
Un altro monito viene acceso da parte di Jim Mellon, co-fondatore di Agronomics, una società di investimenti in tecnologie agroalimentari quotata alla Borsa di Londra. Secondo lo strategist, tra queste società ve ne saranno parecchie che falliranno nella loro fase iniziale. Tuttavia esisteranno delle storie di successo in grado di apportare dei rendimenti davvero interessanti per gli investitori. Il problema è riuscire a individuarle quando sono in fase embrionale.
Agritech: cosa succede in Italia
Sebbene ci si trovi molto indietro rispetto agli Stati Uniti, in Italia si comincia a muovere qualcosa su questo versante. All'inizio del mese di marzo di quest'anno il Fondo Italiano d'Investimento ha presentato il nuovo fondo "Agritech & Food", interamente dedicato all'agroalimentare italiano e che è dotato di un tesoretto di 700 milioni di euro.
Tutto questo s'inquadra perfettamente nel grande obiettivo di rimanere resilienti durante la crisi e di puntare alla crescita nel medio e lungo termine. La strategia del fondo mira a sviluppare alcuni segmenti dell'agricoltura su cui è possibile svolgere un lavoro di elevato profilo tecnologico come la bio-energy, la chimica verde, la trasformazione industriale dei prodotti agricoli e l'e-commerce degli stessi.
Questi passi avanti comunque tendono a consolidare un settore che negli anni passati ha fatto valere una crescita sostenuta e che ora ha portato il mercato italiano dell'Agritech ad avere una quota del 5% a livello globale, terza forza in Europa.