L'inverno si avvicina e le preoccupazioni per gli italiani aumentano ogni giorno di più riguardo la crisi energetica. Il Governo ha proposto un pacchetto di aiuti per famiglie e imprese di circa 13 miliardi di euro, che si aggiungono agli oltre 50 miliardi di euro stanziati finora da quando è scoppiata la guerra Russia-Ucraina. Il timore però è che queste risorse possano non bastare e l'Esecutivo, l'attuale o quello risultante dal voto del 25 settembre, sarà chiamato a mettere ancora le mani al portafoglio, anche a costo di fare l'ennesimo scostamento di bilancio.
Il razionamento dei consumi che aleggia probabilmente sarà inevitabile, ma mal si concilia con le esigenze di moltissime imprese, la cui attività produttiva è estremamente dipendente dal consumo di energia. In altri termini, una limitazione di potenza energetica significa dover ridimensionare l'attività e mandare i lavoratori in cassa integrazione.
Una salutare ventata di speranza arriva oggi dall'Amministratore Delegato di
ENI, Claudio Descalzi che, intervenendo all’evento Milano Parigi Capitali organizzato dal gruppo Class Editori, ha detto che,
se l'inverno sarà mite, il Paese potrebbe non aver bisogno del gas russo. Tale ottimismo deriva dal fatto che gli impianti di stoccaggio sono stati riempiti per il 90% della loro capacità e nuovi afflussi arriveranno da Paesi come l'Algeria, che ha già raddoppiato le forniture verso l'Italia, l'Egitto, l'Angola, il Congo e la Nigeria.
ENI: il piano energetico per il futuro
Descalzi traccia un percorso riguardo l'approvvigionamento energetico per i prossimi tre anni. Tra il 2022 e il 2023 ENI dovrebbe sostituire oltre il 50% del gas importato dalla Russia, arrivando all'80% nel biennio 2023-2024, per essere completamente indipendente tra il 2024 e il 2025. Chiaramente "questo inverno è il più difficile", ha sottolineato il manager di Stato, "ma se le temperature non saranno particolarmente rigide potremo farcela".
Descalzi ha centrato l'attenzione anche sull'importanza delle rinnovabili per diversificare le risorse, ma "bisogna stare molto attenti ai consumi, perché non si possono sprecare risorse che non si hanno". Nell'ambito della diversificazione, il CEO di ENI ha anche rimarcato il ruolo dei rigassificatori, richiamando urgenti investimenti per migliorare la situazione. In questi giorni si sta discutendo in Italia sull'opportunità di avviare il rigassificatore di Piombino, ma la questione è bloccata sia perché ancora non c'è un quadro politico chiaro in vista delle elezioni, sia perché vi sono forti resistenze nella città da parte degli stessi cittadini attraverso numerose manifestazioni guidate addirittura dal sindaco in persona.
Infine, Descalzi fa riferimento al TAP che, sebbene non faccia parte della sfera di ENI (unica società italiana nell'azionariato è Snam con il 20% delle quote), è "essenziale e importante perché porta nel Paese gas dall'Azerbaijan.