Dopo aver investito con Tesla 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, Elon Musk nella versione filantropo è intenzionato a combattere una guerra senza esclusioni di colpi con l'inquinamento atmosferico dell'attività industriale. L'uomo più ricco del Mondo ha deciso di donare 100 milioni di dollari a Xprize Foundation, un ente no profit che si occupa dello sviluppo tecnologico per migliorare le condizioni relative al cibo e alla salute.
Adesso questa fondazione gestirà un'iniziativa volta a rimuovere l'emissione di carbonio e ha trovato nella Musk Foundation un partner di primo livello. Con questa azione, il numero uno di Tesla porta avanti il suo principio, ormai diventato saldo come roccia, che verso il carbonio bisogna avere negatività e non neutralità. E la differenza è abbastanza marcata.
Premio di Elon Musk: tutti i dettagli
Il premio verrà elargito attraverso una competizione tra diverse startup che cercheranno di rimuovere il carbonio nell'aria, nella terra, negli oceani e nelle rocce. La rimozione avviene mediante l'intrappolamento di anidride carbonica utilizzando dei purificatori dell'aria a filtro. In questo momento esistono 3 società pilota che svolgono questo tipo di attività, ovvero la società canadese Carbon Engineering, l'azienda svizzera Climeworks e l'impresa americana Global Thermostat.
I partecipanti dovranno dimostrare un sistema che sia in grado di assorbire fino a 1 tonnellata di CO2 al giorno con il massimo risparmio dei costi. Qualora un'azienda offre una soluzione basata sulla natura, come ad esempio quella di piantare più alberi, dovrà essere in grado di documentare che il carbonio potrà essere ingabbiato per più di 100 anni.
Inoltre è importante che la tecnologia utilizzata sia scalabile, al punto da poter eliminare fino a 1 miliardo di tonnellate di carbonio ogni anno. Il premio sarà suddiviso in diverse quote tra i tre vincitori del concorso, dove al primo classificato toccherà l'importo maggiore, che corrisponde a 50 milioni di dollari.
Cambiamento climatico: un percorso accidentato
L'operazione non sarà facile perché bisogna tener presente che allo stato attuale solo lo 0,1% delle emissioni totali sono catturate attraverso queste tecnologie. Le stesse sono impiegate dai produttori di petrolio più che altro per garantire una certa neutralità e non negatività come vorrebbe Elon Musk. Investire nella tecnologia in tal senso per le compagnie petrolifere non è stato finora molto conveniente. Essa è molto costosa e il prezzo del carbonio ha reso l'attività redditizia.
Adesso però è entrato in gioco un fattore di carattere reputazionale per quel che concerne l'ambiente e quindi molte cose stanno cambiando. La dimostrazione è data da Exxon Mobil Corp. che a gennaio 2021 ha annunciato che investirà 3 miliardi di dollari da qui al 2026 per costruire impianti che servono per imprigionare il carbonio.
Di strada da fare comunque ce n'è ancora tanta perché, per ottenere quel cambiamento climatico che corrisponde a un livello di riscaldamento globale di 1,5° C, come voluto dagli accordi di Parigi del 2015, è necessario riuscire a eliminare 20 miliardi di tonnellate di CO2, ossia il 50% delle attuali emissioni.
Xprize però è fiduciosa e sottolinea come per vincere la battaglia sia necessario uno sforzo a livello collettivo dell'intera industria. Il ritorno economico dalla rimozione di carbonio potrebbe essere altrettanto rilevante, cioè una produzione di ricavi annuali fino a 1,4 miliardi di dollari nel 2050, proprio quanto in questo momento ottiene l'intero settore petrolifero e del gas naturale.