Oltre alla potenziale crescita del prezzo delle azioni, guadagnare sui dividendi può essere un incentivo per gli investitori. Ma quindi cosa è il dividendo? Come si calcola e a chi spetta? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sul funzionamento dei dividendi azionari partendo dalle basi.
Dividendo azionario: cosa è come funziona e calcolo
Quando si parla del mercato azionario è facile imbattersi nel termine dividendo. Ma cos’è di preciso? Conoscere la definizione del dividendo, le modalità di calcolo e le diverse tipologie è fondamentale per operare in Borsa, indipendentemente dal tipo di operatività.
Prima di chiarire come si calcola il dividendo e quindi conoscere il dividend yield per ogni società è importante comprendere la sua definizione. Per dividendo si intende quella porzione di utile societario distribuita, su decisione dell’assemblea dei soci, agli azionisti della stessa azienda, che possono in questo modo trarre un guadagno da un investimento senza dover vendere le azioni in possesso. I dividendi possono essere distribuiti sotto forma di denaro (cash, più diffuso) o di altre azioni (stock dividend).
In sostanza, alla fine di un esercizio contabile un’azienda può scegliere di reinvestire il guadagno ottenuto durante il periodo di riferimento (o magari coprire le perdite) oppure può decidere di utilizzare quel guadagno, ossia i profitti ottenuti, per remunerare gli investitori. Nel primo caso si parla di retained earnigs, o utili non distribuiti, nel secondo invece si parla di dividendo distribuito.
La stessa società stabilirà l’entità del dividendo in termini monetari. Una volta avvenuta la distribuzione l’azionista passerà al calcolo di quanti soldi gli spettano. Chiaramente i dividendi vengono pagati in base alla quantità di azioni che un investitore possiede e possono essere corrisposti a cadenza variabile, solitamente mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Se, ad esempio, il dividendo di una società è pari a 0,60 euro all’anno e l’azionista possiede 100 azioni, per l’anno di riferimento riceverà 60 euro.
É bene sapere che non tutte le società distribuiscono dividendi, per cui non sempre è possibile procedere al loro calcolo e stimare il tasso di rendimento da dividendo, meglio noto come dividend yield. Questo è il motivo per cui gli investitori interessati al pagamento dei dividendi devono evidentemente andare alla ricerca delle società che li offrono.
Tuttavia se un investitore non volesse ricercare e negoziare le singole azioni, potrebbe decidere di investire in un Exchange Traded Fund (ETF) che paga dividendi, dal momento che contiene al suo interno un paniere di azioni che lo offrono ai loro azionisti.
Dividendo azionario: differenza tra ordinario e straordinario
Quanti tipi di dividendo esistono? Esistono due tipologie di dividendo: ordinario e straordinario.
Il dividendo ordinario è quello che deriva normalmente dagli utili. L’azionista si aspetta un’erogazione più o meno regolare negli anni. Il dividendo straordinario è aggiuntivo rispetto al precedente. Quest’ultimo deriva dalle riserve di liquidità della società e non dagli utili realizzati e soprattutto non ha regolarità temporale come invece solitamente avviene con il dividendo ordinario. Questo può derivare da accantonamenti effettuati negli esercizi precedenti, dalla vendita di rami d'azienda o essere riconducibile ad altre strategie societarie.
Dividendo azionario: come si calcola?
Come già accennato precedentemente, è l’assemblea dei soci di una società che stabilisce l’entità del dividendo da distribuire agli azionisti. Il dividendo unitario (DPS) è dato dal rapporto tra gli utili distribuiti e il numero di azioni societarie.
Una volta trovato il DPS, gli investitori che posseggono azioni di quella società possono passare al calcolo dell’importo ad essi spettante. Ci sono alcuni semplici passaggi da compiere per capire come si calcola l’ammontare di denaro (o azioni) spettanti dopo l’erogazione dei dividendi.
Anzitutto bisogna conoscere il numero di azioni possedute tramite il proprio broker o servizi della propria banca. Fatto ciò bisognerà conoscere il DPS, ossia il dividendo per azione che la società ha deciso di pagare ai suoi investitori. Una volta ottenuti questi numeri sarà possibile procedere al calcolo della retribuzione spettante.
Per ottenere l’importo da dividendo spettante sarà dunque sufficiente moltiplicare il numero di azioni in possesso per il DPS. Facciamo un esempio pratico: in quanto investitore posseggo 1.000 azioni Stellantis la cui assemblea dei soci ha deciso di pagare un DPS di 0,32 euro. In questo caso il nostro importo del dividendo sarà pari a 320 euro (1.000 azioni Stellantis x 0,32 euro di dividendo).
Dividendo azionario: a chi spetta?
Fino ad ora abbiamo fatto chiarezza su cosa è il dividendo come funziona per la società che lo distribuisce e il calcolo per l’investitore che possiede tale azioni. Ora, qualsiasi investitore si sarà posto la domanda a chi spetta il dividendo basta essere azionisti per poterlo incassare?
Facciamo alcune precisazioni: matura il diritto ad incassare il dividendo l'azionista che possiede l'azione all’apertura del giorno in cui il titolo stacca la cedola, mentre nel giorno di pagamento il singolo azionista riceve materialmente l’importo corrispondente al dividendo staccato.
Per cui già all'apertura delle contrattazioni del giorno di pagamento potranno essere messi in vendita i titoli posseduti mantenendo il diritto ad incassare il dividendo, in quanto nello stesso giorno il titolo quoterà già ex dividendo. Cosa significa? Prima è necessario comprendere cosa sono la data di stacco e di pagamento.
Dividendo azionario: cosa sono la data di stacco e di pagamento?
Che cosa sono la data di stacco e di pagamento quando si parla di dividendi azionari? In sostanza sono la data di stacco della cedola e la data di pagamento della stessa. La data di stacco è il giorno in cui l’azionista matura il diritto a ricevere il dividendo mentre la data di pagamento è il giorno in cui avviene materialmente il pagamento all’azionista.
Se l’azionista vende le azioni possedute tra la data di stacco e quella di pagamento egli mantiene comunque il diritto all’incasso. Solitamente le due date hanno 2-3 giorni di differenza. Per definizione il diritto di incassare il dividendo spetta a tutti quegli azionisti che possiedono minimo un’azione all’apertura della seduta di contrattazioni in cui è previsto lo stacco della cedola.
Dividendo azionario: cosa è e come si calcola il dividend yield?
Cosa è e come si calcola il dividend yield? Perchè trader e investitori scelgono le azioni con il più alto rendimento da dividendo? Il dividend yield è il rapporto tra il dividendo pagato da una società quotata in Borsa per ogni singola azione e l’ultimo prezzo di mercato dell’azione stessa.
Il dividend yield è fonte di attrazione per gli operatori dei mercati finanziari: se è elevato, viene premiato dal mercato con un rialzo dei prezzi in quanto appetibile sia al pubblico dei piccoli risparmiatori, sia da parte dei gestori di fondi comuni e degli investitori istituzionali.
Dividendo azionario: come funziona la tassazione?
Come funziona la tassazione dei dividendi azionari? Con la Legge di Bilancio 2018 numero 205/2017 è stata modificata la disciplina relativa alla tassazione dei dividendi percepiti dalle persone fisiche non in regime di impresa, parificando di conseguenza il trattamento relativo alle partecipazioni qualificate e non qualificate. Quindi, dal 2018, per i dividendi eventualmente distribuiti a partire dal 2019, valgono le seguenti regole:
- aliquota secca al 26% sui dividendi percepiti da persone fisiche non in regime di impresa. Il contribuente persona fisica non dovrà riportare nulla in dichiarazione dei redditi poiché in questo caso è la società stessa che effettua e versa la ritenuta d’acconto. La società sarà tuttavia obbligata alla presentazione della Cupe e del relativo modello 770;
- tassazione progressiva IRPEF sulla base imponibile del 58,14% (esenzione del 41,86%) per le società di persone e le persone fisiche operanti in regime di impresa (ditte individuali). Su tale base imponibile si applicheranno le aliquote IRPEF ordinarie;
- base imponibile pari al 5% (esenzione del 95%) per le società di capitali.
Tali previsioni si applicano anche sull’eventuale capital gain, ovvero la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto di un determinato strumento finanziario, derivante dalla cessione di partecipazioni (vendita delle azioni).