Weekend nero per le criptovalute. Cali diffusi senza sosta a partire da Bitcoin che è crollato fino al 15% solo pochi giorni dopo aver raggiunto il record storico di 62.870 dollari. Non hanno fatto meglio le sue dirette rivali, come Ethereum che è scesa sotto i 2.000 dollari prima di accorciare le perdite e Ripple che è precipitata fino a 1,16 dopo aver toccato il massimo di sempre a 1,96 il 14 aprile.
La carneficina è arrivata a seguito dell'eccitazione generale per la quotazione in Borsa di Coinbase, il più grande Exchange del Mondo che ha chiuso la settimana con una capitalizzazione di 68 miliardi di dollari.
Bitcoin: le ragioni del crollo
Cosa ha innescato questo torrente di vendite? Purtroppo quando parliamo di criptovalute non è possibile tracciare un quadro nitido di cosa stia realmente accadendo. Per loro conformazione infatti, non è dato di sapere in un determinato momento chi sta acquistando e chi sta vendendo sul mercato. Per tale ragione è possibile al più ipotizzare alcune ragioni.
La minaccia di una regolamentazione comincia a farsi sempre più presente. Le Autorità mondiali stanno prendendo sempre più coscienza che le valute digitali stiano soppiantando altri asset vitali per l'economia di un Paese e quindi stanno pensando di correre ai ripari.
In questa ottica si è mossa la Central Bank of Turkey, che vieterà il pagamento e il trasferimento elettronico in criptovalute. L'India addirittura promulgherà una legge per impedirne la detenzione o lo scambio e proprio questo fine settimana si sono rincorse voci su uno studio del Tesoro americano per reprimere il riciclaggio perpetrato attraverso le criptomonete. E poi vi è la presa di posizione da parte del principale mining mondiale, ovvero la Cina, che sta portando avanti il progetto dello Yuan digitale regolamentato dalla PBOC.
Un'altra ragione che ha azionato il meccanismo delle vendite è proprio l'effetto fine settimana. Solitamente in questo arco di tempo si registra estrema volatilità nel mercato delle criptovbalute perché quest'ultimo è uno dei pochi aperti agli scambi. Se poi si aggiunge anche che molti investitori hanno approfittato dell'incredibile rally partito a marzo dello scorso anno per monetizzare i profitti, si ha un'idea del perché vi sia stato questa correzione violenta.
Bitcoin: e se la quotazione di Coinbase avesse tracciato un limite?
Tutti gli investitori in monete virtuali aspettavano con ansia il grande momento per la quotazione a Wall Street di Coinbase e questo verosimilmente aveva alimentato il trend rialzista di Bitcoin e simili. Una volta che ciò è avvenuto a più di uno è sorto il sospetto che la cosa abbia potuto segnare un punto di arrivo.
In altri termini, con la legittimazione di una società di criptovalute che opera in un mercato regolamentato, si è avuta come la sensazione che il mondo delle monete digitali avesse raggiunto una certa maturità e quindi l'apice del suo successo. È ovviamente un dubbio che avanza e non una certezza, ma se così fosse la festa dei rialzi potrebbe vedere il capolinea.
Secondo Peter Atwater, analista di Financial Insyghts, è possibile che stiamo assistendo a una bolla come altre che Bitcoin ha formato in passato. Tuttavia, quando queste sono scoppiate hanno generato perdite importanti, ma poi la criptovalua ha avuto sempre la forza di rialzarsi.
Secondo l'esperto potrebbe accadere la stessa cosa. Tutto questo potrebbe rendere il calo del 20% dell'asset importante se si pensa che la capitalizzazione complessiva supera i 1.000 miliardi di dollari. Ma se si valuta il contesto dell'esperienza passata, si può dire che questo fatto non è poi così straordinario.