Le azioni Credit Suisse volano alla Borsa di Zurigo segnando un rialzo del 30% all'apertura delle contrattazioni, dopo l'annuncio che
la banca svizzera prenderà in prestito fino a 50 miliardi di dollari dalla Swiss National Bank (SNB). La Banca centrale svizzera assicurerà la liquidità necessaria per sostenere la fiducia degli investitori dopo il tracollo del titolo di ieri che ha intensificato i timori di una crisi a livello globale. La notizia segue le rassicurazioni delle autorità svizzere, che hanno riferito che Credit Suisse ha soddisfatto i requisiti patrimoniali e di liquidità imposti alle banche di rilevanza sistemica e che potrebbe avere accesso alla liquidità presso l'istituto centrale se dovessero ricorrere le necessità.
L'istituto elvetico accederebbe a una linea di credito garantita e a una di liquidità a breve termine, a sua volta garantita da titoli di alta qualità. Credit Suisse ha anche annunciato almeno il suo secondo riacquisto di debito negli ultimi sei mesi, cercando il ripristino della fiducia degli investitori. La banca ha offerto il buyback di circa 3 miliardi del suo debito nell'ottobre dello scorso anno, dicendo in quel momento che voleva "approfittare delle condizioni di mercato per riacquistare debito a prezzi interessanti".
L'ultima offerta pubblica di acquisto si applica a dieci titoli di debito senior per un massimo di 2,5 miliardi di dollari, nonché a quattro titoli di debito senior denominati in euro per un massimo di 500 milioni di euro. Tra l'altro, la società ha annunciato l'emissione di obbligazioni senior fino a 3 miliardi di franchi. "Questa liquidità aggiuntiva supporterebbe le attività principali e i clienti di Credit Suisse, in quanto l'istituto adotta le misure necessarie per creare una banca più semplice e più mirata, costruita intorno alle esigenze dei clienti", ha affermato la banca con sede a Zurigo.
Credit Suisse: il primo grande salvataggio dal 2008
Con l'intervento della SNB, Credit Suisse risulta
la prima grande banca nel panorama creditizio mondiale che riceve assistenza emergenziale da quando è scoppiata la grande crisi nel 2008. Il secondo istituto finanziario svizzero si è trovato nei guai allorché la Banca Nazionale Saudita (BNS), che è il principale azionista della società con una quota del 9,88%, ha dichiarato che
non effettuerà investimenti aggiuntivi per acquistare le azioni Credit Suisse. BNS aveva acquisito la partecipazione attuale in occasione dell'
ultimo aumento di capitale lo scorso anno della banca guidata da Ulrich Koerner di 4 miliardi di franchi svizzeri.
Allora l'istituto degli Emirati Arabi aveva affermato che avrebbe potuto investire altri 1,5 miliardi di franchi svizzeri, ma ieri ha fatto un passo indietro denunciando problematiche relative ai vincoli normativi che impongono una partecipazione non superiore al 10%. Quanto è bastato per far affondare le azioni Credit Suisse in Borsa di circa un quarto del loro valore. Koerner aveva cercato di rassicurare gli investitori, parlando di una forte liquidità del prestatore svizzero. "Il nostro capitale, la nostra base di liquidità è molto, molto forte. Rispettiamo e superiamo praticamente tutti i requisiti normativi", ha affermato. Tuttavia, le sue dichiarazioni ai media non hanno sortito l'effetto sperato.
Credit Suisse: troppo grande per fallire?
Credit Suisse è quindi troppo grande per fallire. È questo il grande messaggio che filtra dopo l'intervento della SNB. Tuttavia, secondo il grande economista Nouriel Roubini, è anche "troppo grande per essere salvata". A suo avviso, "non è chiaro se le autorità di supervisione della banca abbiano le risorse necessarie per architettare un salvataggio".
A giudizio di Damien Boey, chief equity strategist di Barrenjoey a Sydney, questo intervento dell'autorità monetaria "rimuove un rischio immediato, ma ci pone di fronte a un'altra scelta: più lo facciamo, più smussiamo la politica monetaria, più dobbiamo convivere con un'inflazione elevata". L'esperto sostiene che "da un lato si elimina una forte di rischio per i mercati, ma d'altra parte si alimenta il paradigma di politica monetaria in controtendenza". Vede nero anche Clifford Bennett, capo economista di ACY Securities, che in una nota riporta come sia "molto probabile che Credit Suisse sopravviva, anche se sarà danneggiato per molti anni a venire".