Negli ultimi mesi Pechino non ha conosciuto soluzioni di continuità e ha bersagliato vari settori, prendendo di mira soprattutto quelli tecnologici. Sono 4 i pilastri su cui si fonda il giro di vite del Dragone: le attività bancarie, l'esercizio del monopolio, la sicurezza dei dati e la privacy, l'uguaglianza sociale e la redistribuzione della ricchezza.
Finora sono stati risparmiati solamente quelle zone franche che in qualche modo si sposano con gli obiettivi del Governo. Pensiamo alla transizione energetica: Xi Jinping è intenzionato a raggiungere la neutralità carbonica delle attività industriali entro il 2050.
Cina: cosa succederà alle aziende tecnologiche?
In questo momento gli osservatori stanno seguendo le vicende che riguardano i giganti della tecnologia, chiedendosi quali siano realmente le intenzioni del Partito Comunista cinese. Distruggere l'asse portante dell'economia della Nazione rappresentata da aziende come Alibaba, Tencent, Meituan e JD.com ai più sembra un'ipotesi lunare. Quantomeno farebbe tornare indietro il Paese, mentre ciò a cui punta il Governo è di primeggiare a livello mondiale soprattutto sotto il profilo tecnologico.
Allo stesso tempo lo Stato però fissa delle regole che nella visione dei piani alti del potere governativo hanno come finalità quella di mettere il popolo al centro e impedire che lo stesso finisca alla mercé della classe più agiata. In questo momento le Big Four dell'imprenditoria cinese stanno annaspando in Borsa, sebbene timidi segnali di ripresa si stiano intravedendo negli ultimi tempi.
Cina: ecco dove investire con la repressione
Vale la pena quindi puntare sull'alta tecnologia dell'ex-Impero Celeste in questo momento? Gli analisti non sono del tutto convinti. Andy Rothman, strategist presso Matthews Asia Growth Fund non crede molto a un rimbalzo del settore internet per ora.
Per questo punta di più sul settore delle biotecnologie, che è fiorente e soprattutto al riparo dall'aggressività di Pechino. Al riguardo i titoli preferiti dall'analista sono Wuxi Biologics, Innovent Biologics e BeiGene, tutti quotati a Hong Kong. Da inizio anno le 3 azioni hanno conseguito una performance rispettivamente del 12,6%, -19,5% e 28%.
Dello stesso avviso risulta essere Ramix Chelat, gestore di portafoglio di Vontobel Quality Growth. L'esperto ritiene che i problemi delle società di internet cinesi non siano finiti qui, anzi l'impatto dell'ondata normativa avrà riflessi di lungo termine.
Chelat si concentra quindi su aziende facenti parte del settore alimentare, che hanno maggiore possibilità di consolidarsi e che hanno minore probabilità di finire sotto le grinfie della normativa cinese. Nel merito l'attenzione è posta sul fast food Yum China Holdings, sul produttore di pane Toly Bread e sul fornitore di snack Chacha Food. L'andamento nel 2021 delle azioni in Borsa è stato positivo per Yum China che ha guadagnato il 10%, mentre è stato negativo per Toly Bread che ha perso il 35% e Chacha Food che ci ha rimesso il 27%.