Seduta all’insegna dei ribassi per le azioni
Banca MPS, che si attestano a 1,424 euro segnando un -0,70% rispetto alla chiusura di venerdì. L’istituto ha convocato per il prossimo 4 ottobre
l’Assemblea Straordinaria per approvare la scissione non proporzionale ad AMCO di un insieme di attivi e passivi, inclusi i crediti deteriorati, da 8,1 miliardi di euro.
Negli scorsi giorni, la banca senese ha
emesso obbligazioni subordinate Tier 2 per un ammontare di 300 milioni di euro. La scadenza dello strumento è di 10 anni, può essere rimborsato anticipatamente dopo 5 anni e riconosce un tasso fisso all’8,5%. Gli ordini sono stati superiori a 1 miliardo.
È bene ricordare come l’erogazione di questi bond fosse uno dei
requisiti fondamentali richiesti dalla BCE per approvare la scissione dei non-performing loans. Secondo diversi analisti il prossimo passo sarebbe quello di emettere un’obbligazione AT1 per 750 milioni di euro, la quale dovrà essere sottoscritta per il 30% da investitori privati.
Banca MPS: fusione unica via possibile
Come concordato con l’Unione Europea, entro la fine del 2021 il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrà uscire dal capitale di Banca MPS. Per numerosi imprenditori e finanzieri non ci sono alternative a una fusione: in questo senso Carla Ruocco, Presidente della Commissione d’Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario, ha comunicato che
l’istituto non può essere svenduto, specie a concorrenti esteri.
Per Ruocco si potrebbero cedere le filiali e gli sportelli a diversi istituti italiani, trasformando la parte rimanente in una bad bank, magari proprio con una fusion e con AMCO. Non solo. Nell’intervista al Sole 24 Ore la Presidente della Commissione d’Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario ha dichiarato che
occorre dare allo Stato il tempo di valorizzare MPS, riaprendo anche il dossier con l’Europa.
Banca MPS: Tesoro alla ricerca di un acquirente
Stando alle ultime indiscrezioni, il Tesoro italiano vorrebbe trovare un
acquirente per Banca Monte dei Paschi di Siena entro la fine del 2020, in modo tale da aiutare l’istituto a liberarsi dell’ultima parte dei crediti problematici evitando al contempo l'emissione del bond AT1.
Secondo alcune fonti interpellate da Reuters,
il Governo vedrebbe in Banco BPM un partner per un’operazione di M&A, anche se la banca guidata da Giuseppe Castagna abbia negato di essere interessata. Si deve considerare infatti che gli anni di cattiva gestione sono costati a MPS una sfida da 10 miliardi di euro in azioni legali, elemento che rende meno appetibile una fusione.