Ormai il cambiamento in atto è evidente. Ci è voluta una pandemia per sensibilizzare in maniera decisiva tutto il mondo politico e finanziario sulla necessità di un futuro meno contaminato dall'inquinamento atmosferico. I segnali che sono giunti finora sono eloquenti. La vittoria di Joe Biden alle elezioni americane probabilmente darà una sterzata imponente in tale direzione, così come il Green Deal di matrice europea rende l'idea di dove gli Stati saranno indirizzati nei prossimi anni.
In questo quadro molto aziende stanno riorganizzando il proprio business per seguire la tendenza e non farsi trovare scoperti quando vecchi modelli saranno lasciati alle spalle. Per gli investitori si apre una possibilità di guardare oltre e di adeguare le scelte d'investimento alla nuova ondata verde.
In Italia vi sono tre aziende che negli ultimi giorni hanno presentato dei piani di sviluppo proprio orientati a intercettare il trend di fondo, allineandosi a quanto previsto dagli Accordi di Parigi che stabiliscono i criteri generali per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Vediamole.
Enel: obiettivo decarbonizzazione totale nel 2030
La prima di queste tre società a presentare un piano strategico è stata Enel. La utility dell'energia elettrica investirà 190 miliardi di euro in 10 anni con lo scopo di ridurre gradualmente la quantità di emissione di CO2 fino al totale annullamento nel 2030, oltre a sviluppare reti e infrastrutture.
La chiusura degli impianti a carbone sarà accompagnata da 70 miliardi impiegati nelle energie rinnovabili. Per i prossimi 4 anni il management prevede una crescita dell'utile netto tra il 5% e il 6% all'anno, il che significa per gli azionisti un valore del dividendo atteso di 0,43 euro ad azione nel 2023. Per quest'anno invece il minimo garantito è di 0,35 euro.
Snam: il premio agli azionisti arriverà minimo al 7,5% dal 2023
Il piano quadriennale di Snam comprende investimenti complessivi per 7,4 miliardi, di cui la metà indirizzati alle infrastrutture all'idrogeno. La somma destinata alla transizione energetica ammonta a 700 milioni, che è quasi il doppio rispetto a quanto previsto dal precedente piano.
La neutralità carbonica verrà raggiunta nel 2040, con una riduzione del 50% entro il 2030 di emissioni di anidride carbonica grazie sia al progetto delle centrali dual fuel, che comprimono il gas attraverso motori elettrici e non solo turbine, sia alla diminuzione di metano del 45% entro il 2025.
Riguardo le stime economiche, è previsto un utile netto per azione del 3,2% e un dividendo per gli azionisti del 5% fino al 2022, con ulteriore aumento minimo del 2,5% per i due anni a seguire.
Prysmian: 450 milioni per il miglioramento della supply chain
Parafrasando le parole dell'Amministratore Delegato di Prysmian Valerio Battista, essendo una public company è nel DNA dell'azienda perseguire determinati obiettivi che hanno a che vedere con la sostenibilità ambientale. Per questa ragione, in occasione del Sustainability Day, il management ha fatto sapere che le emissioni nette di carbone saranno azzerate entro il 2022.
Allo scopo l'azienda investirà 450 milioni di euro, una parte dei quali destinati alla digitalizzazione. La società s'impegnerà a sviluppare delle soluzioni via cavo e in fibra ottica per le reti elettriche e delle telecomunicazioni, reputati essenziali per accelerare tutto il processo che porta all'utilizzo di fonti rinnovabili e alla decarbonizzazione totale. Attualmente la società manifatturiera milanese distribuisce un dividendo di 0,25 euro ad azione.
ENEL, Snam e Prysmian: vanno comprate le azioni in Borsa?
Il piano mostruoso di Enel ha convinto gli analisti che hanno in gran parte alzato il target price delle azioni in Borsa. Banca Akros ad esempio ne apprezza il forte potenziale di sviluppo nelle rinnovabili, motivo per cui ha portando da 9 a 9,8 euro il prezzo obiettivo per la società guidata da Francesco Starace. Giudizio confermato in pieno da Barclays che esalta la pipeline proprio nelle rinnovabili in linea con la guidance fino al 2030.
Riguardo Snam, Websim ne raccomanda l'ingresso al prezzo 4,3 euro con un primo target a 4,8 euro e un successivo a 4,9 euro. In caso di tracollo azionario, per gli esperti è possibile acquistare sulla debolezza a 3,4 con primo obiettivo a 3,7 euro e secondo a 3,9 euro. Mediobanca vede le azioni di Prysmian a 25,2 euro, in forza del fatto che la transizione energetica rappresenta una spinta nel lungo periodo per la divisione Energia di tutto il gruppo.