La furia degli short seller si è abbattuta questa notte sui mercati asiatici e ha riguardato le società tecnologiche cinesi. In particolar modo sono stati colpiti i giganti Tencent e Alibaba che hanno chiuso la seduta in rosso rispettivamente del 5,09% e 3,40%. Pioggia di vendite anche sul titolo Baidu, fresco di debutto, che ad Hong Kong è scivolato dell'8,55%.
Ad aver allarmato gli investitori un altro giro di vite della Securities and Exchange Commission sulle società estere quotate a Wall Street riguardo gli standard di revisione. In sostanza, o le aziende consentono alle Autorità di regolamentazione di rivedere gli audit finanziari rivelando eventuali affiliazioni governative o rischiano l'estromissione dai listini americani.
Dopo anni di espansione, le tech cinesi vedrebbero improvvisamente ridimensionato il loro impero se dovesse venire a mancare un hub così importante come quello americano. Per questa ragione il mercato è rimasto turbato solo al pensiero che potesse configurarsi un'ipotesi del genere, con l'indice Hang Seng che si è letteralmente schiantato perdendo oltre il 5%.
Tech cinesi: tutte le pressioni delle Autorità istituzionali
La notizia comunque era in qualche modo da aspettarsela. La SEC infatti ha accelerato quelle regole che stabiliscono come le aziende debbano presentare la documentazione, in quanto l'Autorità americana era tenuta a emetterle entro 90 giorni dalla legge dell'allora Presidente alla Casa Bianca, Donald Trump.
Il provvedimento dell'ex-premier USA, che convertiva in legge l'Holding Foreign Companies Accountable Act a dicembre del 2020, sanciva la rimozione delle società cinesi dalle Borse statunitensi se non avessero rispettato gli standard di revisione americani per 3 anni consecutivi. Inoltre le stesse devono dimostrare proprio alla SEC di non essere possedute o controllate dal Partito Comunista cinese ed evidenziare i membri del Consiglio d'Amministrazione che sono funzionari dello stesso partito.
Queste regole arrivano comunque in un momento di estrema tensione che coinvolge le big tech cinesi. La repressione normativa delle Autorità di Pechino non è da meno in questo periodo, anzi si può tranquillamente dire che non ha precedenti nella storia. Proprio ieri a questo proposito il Governo cinese ha proposto alle società di internet di creare una joint venture che sovrintende ai dati raccolti sugli utenti.
A tutto questo si aggiunge anche che i rapporti tra Stati Uniti e Cina corrono sul filo del rasoio dopo che le due superpotenze si sono incontrate per la prima volta in Alaska da quando Joe Biden è diventato Presidente USA. A dimostrazione del fatto che chi si aspettava una linea morbida tenuta dal 77enne della Pennsylvania nei confronti di Pechino ha forse sbagliato completamente previsione.
Tech cinesi: le opinioni degli analisti sulle azioni
Alcuni analisti sono dell'avviso che le società cinesi quotate a Wall Street rischiano grosso, perché potrebbero non essere in grado di soddisfare a pieno i requisiti imposti dalle Autorità regolatorie americane. Quindi ogni notizia negativa al riguardo potrebbe scatenare un sell off da parte degli investitori sulle azioni in Borsa. Di questo parere è ad esempio Daniel So, analista di CMB International, il quale ritiene che il sentiment nei confronti delle tech cinesi è decisamente peggiorato.
A giudizio di Linus Yip, analista di First Shanghai Securities, il problema principale è che, nonostante ci sia stato un calo cospicuo delle azioni, il settore tecnologico non è ancora a buon mercato, quindi è molto difficile che vi sia una ripresa degli acquisti almeno per ora. Molto critico anche Kai Kenny Ng, stratega di Everbright Sun Hung, che vede un periodo di grande incertezza per l'andamento in Borsa delle società del Dragone.
In realtà per molte di loro sarà difficile aprire la contabilità alle Agenzie americane, questo significa che presumibilmente vi sarà una negoziazione tra USA e Cina, con la conseguenza che qualsiasi notizia in una direzione o nell'altra ne condizionerà le quotazioni.