La trimestrale di Apple si avvicina. Il 28 ottobre verranno pubblicati i dati del quarto trimestre fiscale, che per aziende come quella di Cupertino corrisponde al terzo trimestre delle altre società. L'attenzione degli investitori però è rivolta al futuro e precisamente agli ultimi 3 mesi dell'anno dove con la festa del Ringraziamento, il Black Friday, il Cyber Monday e le festività natalizie si aspettano numeri di vendita da capogiro. Gli analisti infatti stimano che la società generi circa 120 miliardi di dollari in quel periodo, segnando una crescita del 7% rispetto al 2020.
Apple: utili a rischio con il ritardo delle consegne
Purtroppo in tutto questo vi è un inconveniente che rischia di pesare come un macigno: il ritardo nelle consegne. Gli ordini più recenti dei prodotti più venduti come iPhone 13, iPad mini, Apple Watch Series 7 e MacBook Pro saranno evasi tra 1 o 2 mesi, il che significa che tra qualche settimana si rischia che un ordine non arrivi in tempo per le feste di Natale.
Questo potrà rappresentare una grave minaccia per gli utili di Apple, che potrebbero essere i più alti della storia nel trimestre, soprattutto in relazione agli iPhone, rappresentativi del 50% del fatturato aziendale. Il problema non riguarda solamente i prodotti ordinati dal sito dell'azienda, ma anche quelli richiesti attraverso i negozi fisici.
Inoltre i ritardi coinvolgono anche i modelli più vecchi. Ad esempio gli iPhone 11 prenotati oggi non arriveranno prima della prima metà di novembre, mentre gli iPhone 12 saranno consegnati tra la fine di ottobre e l'inizio del mese successivo.
Come magra consolazione per il gigante tech guidato da Tim Cook, il problema è diffuso tra le altre Big Tech. Per fare qualche esempio, i nuovi modelli Pixel 6 di Google sono stati letteralmente polverizzati, i dispositivi più recenti di Amazon non verranno lanciati prima della fine dell'anno, mentre la PlayStation 5 di Sony Group risulta già a offerta limitata.
Apple: ecco come si spiega il ritardo degli ordini
A onor del vero non è una novità che ogni volta che viene rilasciato un nuovo modello di iPhone si siano dovute fare lunghe code, ma una cosa come quest'anno non si era mai vista. Il problema principale deriva dalla crisi dei chip, che ha reso difficile ottenere i componenti per effettuare una produzione che soddisfasse la domanda.
In sostanza, le scarse forniture da parte dei produttori di semiconduttori come Broadcom e Texas Instruments hanno costretto Apple a tagliare di 10 milioni di unità la produzione di iPhone 13 per quest'anno. A questo si aggiunge la carenza di manodopera nei porti che ha provocato ingorghi e ritardi nei trasporti.
Gli analisti di Wall Street tuttavia mantengono nel complesso un certo ottimismo nella capacità dell'azienda di riuscire a gestire nel migliore dei modi i problemi legati alla catena di approvvigionamento. Secondo Citigroup, ad esempio, il fatto che Apple abbia lanciato così tanti prodotti in contemporanea dimostra che il gruppo è in grado di far fronte meglio degli altri a tutte queste interruzioni.